La maggioranza di destra del Consiglio nazionale ha deciso oggi di abolire i salari minimi cantonali – nonostante siano democraticamente approvati e la contrarietà del Consiglio federale e di 25 Cantoni. Il PS Svizzero condanna con la massima fermezza questo attacco frontale ai salari minimi e combatterà questa modifica di legge con tutti i mezzi a sua disposizione, se necessario anche con un referendum.
«Con l’attuazione della mozione Ettlin, il Consiglio nazionale vuole abbassare i salari per legge, il che è scandaloso», afferma il copresidente del PS Cédric Wermuth. «I salari minimi sono uno strumento fondamentale nella lotta contro la povertà. Il centro-destra agisce quindi in modo non solo antidemocratico, ma anche irresponsabile». Il Consiglio nazionale ha approvato oggi il progetto di legge per l’attuazione della mozione Ettlin. La modifica legislativa causerebbe a migliaia di lavoratori e lavoratrici a basso reddito di temere una nuova riduzione salariale, nonostante i loro salari minimi siano stati democraticamente approvati in votazione popolare. «Combatteremo con tutte le nostre forze questa legge antisociale e antidemocratica, se necessario anche con un referendum. Il Consiglio degli Stati deve ora correggere il tiro», ha affermato Cédric Wermuth.
Perfino il Consiglio federale, con la sua maggioranza di destra, respinge chiaramente questa modifica di legge. Egli sostiene infatti che essa viola la costituzione e diversi principi fondamentali dell’ordinamento giuridico svizzero, tra cui la ripartizione delle competenze tra Confederazione e Cantoni. Anche 25 Cantoni di 26 si sono espressi contro la proposta. «Si tratta di un attacco diretto all’ordinamento federale e alla partecipazione politica della popolazione», afferma il Consigliere nazionale socialista David Roth. «I salari minimi cantonali sono stati approvati dalla popolazione: questa decisione del Consiglio nazionale è antidemocratica e un affronto a tutte le persone che lavorano nei settori a salario basso»
Anche diversi comuni hanno già votato a favore di un salario minimo sancito nella legge o stanno raccogliendo firme per iniziative popolari in tal senso. «Con un salario minimo legale fondato su criteri socio-politici possiamo migliorare concretamente la situazione dei working poors. Se questa modifica di legge verrà ora attuata come deciso dal Consiglio nazionale, i Cantoni e i Comuni perderanno uno strumento fondamentale per combattere la povertà e garantire il potere d’acquisto», afferma la Consigliera nazionale PS Céline Widmer.