La cosiddetta iniziativa di disdetta dell’UDC (“No a una Svizzera da 10 milioni!”) è un esperimento estremamente rischioso. Essa apre la strada all’isolamento populista di destra, porta alla disdetta degli accordi bilaterali, aggrava la carenza di manodopera e favorisce il dumping salariale. Questa settimana, il Consiglio nazionale ha respinto l’iniziativa senza contrapporle un controprogetto, una decisione che il PS Svizzero accoglie con favore.
«Questa pericolosa iniziativa di disdetta determinerà se la Svizzera intraprenderà la strada populista di destra dell’isolamento alla Trump, Meloni o Le Pen, oppure se manterrà la sua apertura con la libera circolazione delle persone e la via bilaterale», afferma il copresidente del PS Cédric Wermuth. «Le conseguenze di un’approvazione sarebbero gravi: revoca degli accordi bilaterali con l’UE, fine della protezione salariale e un massiccio aggravamento della carenza di manodopera, in particolare nel settore sanitario e nella ristorazione».
Questa settimana il Consiglio nazionale ha discusso l’iniziativa di disdetta dell’UDC e l’ha respinta senza un controprogetto. Il PS Svizzero sostiene questa decisione, poiché il piano dell’UDC è chiaro: «L’UDC attacca gli accordi bilaterali anche perché in questo modo può eliminare le misure di accompagnamento, la protezione salariale e i salari minimi. Il risultato sarebbero salari da dumping nei ristoranti, nell’edilizia o nel settore delle pulizie. I lavoratori e le lavoratrici migranti sarebbero sfruttati come ai tempi degli stagionali, senza diritti sociali, mentre imprese e multinazionali senza scrupoli massimizzerebbero i loro profitti», aggiunge Wermuth.
Anche la copresidente del PS Mattea Meyer avverte: «Allo stesso tempo, l’iniziativa di disdetta aggrava notevolmente la carenza di manodopera. In Svizzera, ogni anno il numero di persone che vanno in pensione è superiore a quello delle persone giovani che entrano nel mercato del lavoro. Già oggi mancano quasi 15’000 persone nel sanitario e entro il 2030 questa carenza aumenterà fino a 30’000 unità. Senza l’immigrazione, l’assistenza negli ospedali e nelle case di riposo non sarebbe più garantita». Anche nei cantieri edili, nel settore delle pulizie, nell’istruzione e nella ricerca o nella logistica, la carenza di manodopera qualificata aumenterebbe in modo drammatico.
Oltre alla libera circolazione delle persone, la clausola ghigliottina eliminerebbe anche gli accordi sui trasporti terrestri e aerei, sull’agricoltura e sulla ricerca. Ciò comprometterebbe gravemente l’accesso al mercato per la metà delle nostre esportazioni. «Il PS Svizzero si impegnerà con tutte le sue forze affinché questo pericoloso esperimento venga respinto alle urne.»