Gaza – il Consiglio federale deve agire ora
Sempre più organizzazioni, tra cui Amnesty International, giungono alla conclusione che Israele sta commettendo un genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Il governo israeliano ha espresso chiaramente l’intenzione di procedere a una pulizia etnica. Gli attacchi criminali perpetrati il 7 ottobre 2023 da Hamas e da altri gruppi palestinesi armati non giustificano in alcun modo gli atti di genocidio e i crimini di guerra commessi da Israele.
In un anno e mezzo l’esercito israeliano ha ucciso più di 54’000 persone, tra cui almeno 15’000 bambini. E questo bilancio non tiene conto delle vittime indirette e dei corpi ancora sepolti sotto le macerie. A questo si aggiungono il ricorso deliberato alla fame come arma di guerra contro più di due milioni di civili che vivono nella Striscia di Gaza e la politica pluriennale di occupazione militare e di apartheid esercitata da Israele nei Territori occupati, che costituiscono una palese violazione del diritto internazionale.
In qualità di Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra e sede del Consiglio dei diritti umani dell’ONU, la Svizzera ha una responsabilità particolare. L’inerzia, in particolare da parte del DFAE, è inaccettabile e deve cessare immediatamente.
Esortiamo pertanto il Consiglio federale:
- Ad adoperarsi attivamente per un cessate il fuoco immediato, duraturo e monitorato dalla comunità internazionale e per la revoca immediata del blocco della Striscia di Gaza.
- A condannare chiaramente i crimini di guerra documentati commessi da Israele e ad appoggiare tutte le iniziative volte a impedire i trasferimenti forzati o le deportazioni illegali della popolazione a Gaza e in Cisgiordania.
- A riprendere immediatamente il finanziamento degli aiuti umanitari di emergenza a Gaza attraverso l’UNRWA e a sbloccare almeno i fondi annuali che erano stati erogati fino al 2023.
- A sospendere da subito la cooperazione militare con Israele e tutte le esportazioni rilevanti per la sicurezza.
- A emanare un divieto per le aziende svizzere a contribuire all’occupazione dei Territori palestinesi. Ciò in particolare in materia di armi, tecnologie a doppio uso e sistemi di sorveglianza.
- A riconoscere senza riserve il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione collettiva e a impegnarsi fermamente per la sua attuazione.
- Ad adoperarsi per il rilascio di tutti gli ostaggi e i prigionieri detenuti arbitrariamente in Israele e nei Territori palestinesi occupati, in conformità con il diritto internazionale.
Codice di comportamento
Il presente appello alla manifestazione è sostenuto da una coalizione di organizzazioni e attori politici, che chiedono un impegno più coraggioso della Svizzera nella situazione attuale e l’attuazione di queste richieste rivolte al Consiglio federale.
La manifestazione è autorizzata e pacifica, aperta e accessibile a tutte e tutti coloro che desiderano rivolgere delle richieste chiare al Consiglio federale. Espressioni di incitamento all’odio, razzismo, islamofobia o antisemitismo non saranno tollerate.